Secondo la tradizione comune, che non abbiamo alcun motivo di contraddire, la raccolta dei 64 esagrammi ha origine con il re Wen (1152 – 1056 aC), capostipite della dinastia Chou. Si dice che questi abbia aggiunto brevi giudizi agli esagrammi mentre si trovava prigioniero del tiranno Chou Hsin. Il testo relativo alle singole linee ha origine da suo figlio, il duca di Chou. Il libro in questa forma intitolato “I Mutamenti di Chou (Chou I)”, era in uso come oracolo per tutto il periodo Chou, come è dimostrato da numerosi documenti antichi.Questo era lo stato del libro al momento in cui Confucio (551-779 aC) vi venne a contatto. In tarda età gli dedicò uno studio intenso, ed è molto probabile che il Commento sulla Decisione (T’uan Chuan) sia opera sua. Pure il commento sulle immagini risale a lui, anche se meno direttamente. Di un terzo trattato, un commento molto prezioso e molto dettagliato sulle singole linee nella forma di domande e risposte, compilato dai suoi allievi o dai suoi successori, sono sopravvissuti solo alcuni frammenti.
Tra i seguaci di Confucio, a quanto pare, sembra sia stato principalmente Pu Shang (Tsu Hsia), ad adoperarsi per diffondere la conoscenza del Libro dei Mutamenti. Con lo sviluppo della speculazione filosofica, come risulta dal Grande Apprendimento (Ta Hsueh) e dalla Dottrina del Giusto Mezzo (Chung Yung), la filosofia confuciana esercita un’influenza sempre maggiore sull’interpretazione del Libro dei Mutamenti. Intorno al libro cresce una vasta letteratura. Frammenti della quale – alcuni risalenti a un periodo molto antico e altri a periodi successivi – si trovano nelle cosiddette Dieci Ali, che si differenziano nolto sia nel contenuto che nel valore intrinseco.
Dall'introduzione di Richard Wilhelm al "Libro dei Mutamenti"