La traduzione di Wilhelm, basata sull'edizione neoconfuciana Zhouyi Zhezhong, ebbe grande successo in Occidente anche perché il suo impianto etico e filosofico, incentrato sull'auto-perfezionamento, sull'ordine sociale e sulla figura del "nobile" (君子, jūnzǐ), presentava delle risonanze con la morale cristiana e l'umanesimo occidentale. Questo la rese più accessibile e "digeribile" per un pubblico non avvezzo alle sottigliezze del pensiero cinese.
Tuttavia, questa prospettiva, per quanto autorevole, è solo una delle grandi correnti interpretative dell'I Ching. L'approccio taoista offre una visione radicalmente diversa e, di conseguenza, muove critiche significative al modello confuciano utilizzato da Wilhelm.
La celebre traduzione dell'I Ching (o Libro dei Mutamenti) del sinologo tedesco Richard Wilhelm, che ha introdotto generazioni di lettori occidentali a questo antico testo oracolare e di saggezza, si basa su un'autorevole edizione cinese di epoca Qing: la Zhouyi Zhezhong (周易折中). Questa versione, compilata per ordine imperiale e pubblicata nel 1715, rappresenta una sintesi dell'interpretazione neoconfuciana del classico.
Richard Wilhelm e l'I Ching: Un ponte tra Oriente e Occidente
Nel 2024 è ricorso il centenario della prima pubblicazione della traduzione dell'I Ching realizzata da Richard Wilhelm, un'opera che ha segnato profondamente la comprensione occidentale del classico oracolare cinese. Dalla sua prima edizione, pubblicata in Germania nel 1924 con il titolo "I Ging, Das Buch der Wandlungen", ha rappresentato un fondamentale ponte tra Oriente e Occidente, offrendo per la prima volta una versione accessibile e autorevole di questo antico testo. Grazie alla sua traduzione, Wilhelm ha reso disponibile all'Europa e al mondo un'opera che non è solo un sistema di divinazione, ma anche una guida alla saggezza e al cambiamento interiore. A distanza di un secolo, la sua eredità continua a influenzare studiosi, filosofi e praticanti dell'I Ching.
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Al momento di diventare sciamani gli uomini cambiano sesso. E' così posta in rilievo la profondità del mutamento necessario. Il femminile come atteggiamento ricettivo non abolisce però il maschile che propone un mutamento parallelo.
Tratto da "La mente estatica" di Elvio Fcchinelli
Il grande filosofo/sinologo francese Francoise Julienne parla del Yi Jing al Festival di filosofia di Modena del 2010.
(grazie al Festival per la condivisione).
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